Stabilizzazione Asu : Il Cdm Impugna l’ art 36. “4571 Lavoratori ancora una volta lasciati nell’ indifferenza totale”

Il Consiglio dei Ministri si è riunito giovedì 17 giugno 2021, alle ore 17.25 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente Mario Draghi. Segretario, il Sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli.

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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini, ha esaminato dodici leggi delle Regioni e delle Province autonome e ha deliberato di impugnare: la legge della Regione siciliana n. 9 del 15/04/2021, recante “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2021. Legge di stabilità regionale”, in quanto talune disposizioni, eccedendo dalle competenze statutarie della Regione siciliana, violano gli articoli 3, 81, terzo comma, 97, 117, secondo comma, lettera e), l), m), e terzo comma, e 118 della Costituzione

 

Le OOSS. UGL, ALE-UGL, Confintesa, Cobas-Codir e USB, in merito all’impugnativa dell’art. 36 della L.R. n° 9/2021 “ misure per la fuoriuscita del personale asu”, invitano il Governo della Regione Siciliana, tutti i Deputati Regionali e Nazionali Siciliani a farsi carico, indistintamente, delle obbligatorie rimostranze nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri che, come consueto, perpetrano danni alla cittadinanza Isolana. Ricordiamo a tutti che i lavoratori ASU sono anche Madri e Padri di Famiglia (e, forse, qualcuno, lo dimentica). Non possiamo tollerare ingerenze di nessuna natura rispetto alle giuste rivendicazioni di questi lavoratori, da sempre, bistrattati. Riteniamo offensivo che la Politica siciliana debba sempre “mettere la testa sotto la sabbia” non facendo valere, in sede romana, la propria titolarità a difendere e garantire i diritti quesiti dei propri concittadini; nel caso di specie di migliaia di lavoratori. Invitiamo, altresì, tutti i 4571 lavoratori ASU a sostenere e supportare, in toto, le iniziative che queste OO.SS. ritengono necessarie ed utili proporre, nell’ottica dello stimolo politico ed amministrativo che ne possa suscitare un doveroso sussulto d’orgoglio. Questo dichiarano Lino Lucchese dell’UGL, Vito Sardo e Mario Mingrino dell’ALE-UGL, Rosario Greco di Confintesa, Michele D’Amico dei Cobas-Codir e Sandro Cardinale di USB.

 

Sulla pelle dei lavoratori non si scherza. Governo e Ars ci convochino immediatamente per trovare una soluzione condivisa e finalmente definitiva alla questione Asu”. A dirlo i segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp e UilTemp, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera e Danilo Borrelli. “Come era, purtroppo, prevedibile e malgrado i chiarimenti resi con le controdeduzioni ai rilievi del MEF – proseguono – la norma non ha passato il vaglio di Roma. Tutto ciò non è altro che la conseguenza di un rapporto politico-tecnico labile, se non inesistente, tra Governo regionale e Governo nazionale. E questo non è più ammissibile perché ci sono norme, delicate e complesse per il loro contenuto, che vanno accompagnate passo dopo passo fino a poter dispiegare i loro effetti”.

“Adesso – concludono Agliozzo, Montera e Borrelli – occorre rimediare, e al più presto, per chiudere questa terribile pagina di precariato tutto siciliano che interessa 4.571 lavoratori che per 595 euro al mese circa, hanno tenuto in vita uffici, musei, aree archeologiche e che da anni ormai portano avanti, con grande senso di responsabilità, ruoli e mansioni importanti ma che non gli sono riconosciuti. Per questo serve grande coesione e il sostegno di tutte le forze politiche, a livello nazionale e regionale”.

“Nonostante le rassicurazioni del Governo regionale sulle interlocuzioni con Roma, l’articolo 36 della Finanziaria regionale è stato impugnato dallo Stato bloccando il processo di stabilizzazione di oltre 4.500 Asu che da anni consentono il funzionamento di uffici ed enti pubblici”.  Lo dicono Giuseppe Badagliacca, Clara Crocè e Gianluca Cannella del sindacato Csa-Cisal. “A questo punto – continuano – è necessario convocare subito il tavolo permanente al quale porteremo tre proposte: strutturalità del finanziamento fino al 2038, trasformazione dei contratti a tempo indeterminato almeno per le stesse ore attuali, aumento complessivo della dote finanziaria per la fuoriuscita incentivata ma senza paletti di alcun tipo. I lavoratori sono stanchi dei rimpalli e dei rinvii, hanno diritto ad avere risposte concrete e pertanto, in attesa della convocazione del tavolo, si conferma lo stato di agitazione”.

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