Il Presidente della Repubblica Mattarella “Il frutto del 25 aprile è la nostra Costituzione”.

Nella ricorrenza del 78° Anniversario della Liberazione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria.

Presenti alla cerimonia: Ignazio La Russa, Presidente del Senato della Repubblica; Lorenzo Fontana, Presidente della Camera dei deputati; Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri; Silvana Sciarra, Presidente della Corte costituzionale; Guido Crosetto, Ministro della difesa; autorità civili e militari.

 

 

“Il frutto del 25 aprile è la nostra Costituzione. Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo. E’ nata una democrazia
forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile, che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati inimmaginabili”. Così Sergio Mattarella, Capo dello Stato, al teatro Toselli in occasione della sua visita a Cuneo per il 25 aprile. “La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale. Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti” ha aggiunto il Capo dello Stato. Un moto di popolo, che, sottolinea Mattarella “convocò i soldati mandati a combattere al fronte e che si rifiutarono di porsi sotto il comando della potenza occupante tedesca, pagando a caro prezzo, con l’internamento in Germania e oltre 50.000 morti nei lager, questa scelta”. “Chiamò a raccolta i giovani della generazione del viaggio attraverso il fascismo, che ne scoprivano la natura e maturavano la scelta di opporvisi. La generazione, “sbagliata” perchè tradita. Giovani ai quali Concetto Marchesi, rettore dell’Università padovana si rivolse per esortarli, dopo essere stati appunto “traditi”, a “rifare la storia dell’Italia e costituire il popolo italiano” prosegue. “Fu un moto che mobilitò gli operai delle fabbriche. Coinvolse i contadini e i montanari che, per la loro solidarietà con i partigiani combattenti, subirono le più dure rappresaglie (nel Cuneese quasi 5.000 i patrioti e oltre 4.000 i benemeriti della Resistenza riconosciuti)”. Quindi sul valore della lotta di Resistenza e il innervarsi nella Costituzione, ha detto: “Si trattava di trasfondere nello Stato l’anima autentica della Nazione. Di dare vita a una nuova Italia. Impegno e promessa realizzate in questi 75 anni di Costituzione repubblicana. Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista”. “Le Costituzioni nascono in momenti straordinari della vita di una comunità, sulla base dei valori che questi momenti esprimono e che ne ispirano i principi. Le “Repubbliche” partigiane, le zone libere, furono anticipatrici, nelle loro determinazioni, nel loro operare, della nostra Costituzione” aggiunge. “E’ dalla Resistenza che viene la spinta a compiere scelte definitive per la stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico, rigettando le ambiguità che avevano permesso lo stravolgimento dello Statuto albertino operato con il fascismo” conclude.

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